Percorso Tirindelli: taglio del nastro oggi del tratto che unisce l’area del centro con le piazze ad ovest

Pubblicata il 06/10/2020

Il sindaco Marzio Favero e l’architetto Alessandro Tirindelli inaugurano con una passeggiata l’atteso percorso.

Una nuova percezione degli spazi del cuore cittadino: è questo il risultato compiuto oggi con l’inaugurazione del tanto atteso percorso Tirindelli, pensato e voluto dall’amministrazione comunale per congiungere l’area storico progettato da Dall’Armi con l’adiacente piazza Oberkochen e Corte Maggiore. Due aree che fino ad oggi, per essere raggiunte, richiedevano il periplo o a nord verso Corso Mazzini o a sud verso via dei Martini.
Il nome del percorso, inoltre, è tutt’altro che casuale. Fu infatti l’architetto montebellunese Alessandro Tirindelli 50 anni fa il primo ad aver concepito l’idea di pedonalizzare la parte centrale di Corso Mazzini e di disegnare quel percorso che, dalla stazione, attraversando Parco Manin e le piazze finisce per concludersi al Duomo.
La realizzazione del percorso arriva dopo un percorso complesso che ha richiesto anche una lunga trattativa con i privati proprietari dell’area dove si rendeva necessario l’abbattimento del diaframma tra via Silvio Pellico e piazza Oberkochen.
Una volta completate le operazioni burocratiche per l’esproprio necessario e l’acquisizione della servitù di passaggio, l’estate scorsa, in breve tempo il percorso è stato asfaltato, rendendolo ciclopedonale, è stato circondato da muretti in calcestruzzo altri 150 cm e vi è stata installata l’illuminazione pubblica lungo in funzione da oggi.
L’operazione ha avuto un costo di circa 70mila euro di cui 50mila euro finanziati nell’ambito del progetto del distretto commerciale identificato nella cosiddetta “Città emporio”, riconosciuto nei mesi scorsi dalla Regione Veneto con un contributo di 250mila euro. Altri 20 mila euro circa sono stati invece finanziati con risorse proprie e servono a coprire i valori economici dell’esproprio secondo quanto disposto dall’apposita commissione provinciale sugli espropri di Treviso.

“Interviene il sindaco, Marzio Favero“Ringrazio la ditta che ha svolto i lavori, gli uffici tecnici comunali ed i privati che hanno permesso di raggiungere un accordo bonario per l’esproprio dell’area necessaria per l’abbattimento del diaframma. Ma voglio ricordare una persona a cui noi tutti dobbiamo essere grati, l’architetto Alessandro Tirindelli che già alla fine degli anni ’70 propose di pedonalizzare il centro creando un collegamento tra la stazione ed il Duomo. Tirindelli in tutti questi anni si è tenuto distante dai riflettori nel mentre con l’amministrazione comunale portavamo avanti il suo progetto. Il nostro compito, in questi anni, è stato quello di tradurre la sua intuizione in realtà. Con l’apertura del nuovo percorso prende corpo infatti, in maniera definitiva, non solo il progetto di riqualificazione del centro che denominato progetto Arcipelago, ma trova anche completamento quell’asse di collegamento per la mobilità leggera che dalla stazione dei treni lambisce piazza Vienna, attraversa il parco Manin, piazza Aldo Moro, piazza D’Annunzio, piazza Marconi, piazza Petrarca, piazza Oberkochen e Corte Maggiore per arrivare fino al Duomo. Cambiano così, diventando ancora più significativi, i percorsi commerciali della città.
Infine, non va dimenticato che la sua idea risulta tanto più importante perché quando Dall’Armi progettò l’asse viario in città, il centro non era ancora frequentato da auto. Il traffico che si è generato negli ultimi decenni ha fatto sì che Corso Mazzini creasse, di fatto, una cesura in città che abbiamo cercato di colmare con il progetto di pedonalizzazione ed il percorso Tirindelli che ha delle valenze anche in chiave commerciale”.
Conclude il presente l’architetto Alessandro Tirindelli“Ringrazio il sindaco e l’amministrazione comunale per quello che è stato fatto. L’idea nasce alla fine degli anni ’70 quando iniziai a ragionare sul centro urbano montebellunese ed i primi carteggi relativi al collegamento tra la stazione ed il Duomo erano pensati proprio per riunire le parti attrezzate della città. Il percorso era studiato non solo per collegare, ma anche come modo di leggere in maniera alternativa la città in funzione degli attraversamenti. Sono lieto di aver dato un contributo alla comunità a cui appartengo”.
 

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