Politiche giovanili: da luglio, per tutta l’estate, il progetto di educazione di strada per mappare i luoghi aggregativi informali frequentati dai giovani in città

Pubblicata il 26/06/2018

Mappare le realtà aggregative informali presenti sul territorio: è questo l’obiettivo del progetto sperimentale di educazione di strada predisposto dall’Ufficio Servizi sociali del Comune di Montebelluna nell’ambito delle politiche giovanili.

Obiettivo del progetto è quello di valutare le successive azioni sinergiche da attivarsi in collaborazione con i servizi specialistici dell’Azienda Ulss, la scuola, le realtà associative e di volontariato e le Parrocchie.

La mappatura, che avverrà nel periodo estivo, punta a monitorare le realtà aggregative informali dove i ragazzi passano il loro tempo extrascolastico come la biblioteca, skate park, giardini pubblici, la stazione e sarà coordinata da una assistente sociale dell’Ufficio Servizi Sociali e due operatori di strada esterni.

L’attività prevede l’attivazione di momenti di educazione di strada andando ad individuare e presidiare quei luoghi /non luoghi vissuti dai ragazzi e farne spazi di ascolto, confronto e partecipazione,con lo scopo principale di creare contatti, agganciare, in ottica di prevenzione, soprattutto i ragazzi più fragili offrendo la possibilità di avere una persona di riferimento, nella figura dell’educatore di strada.

Spiega l’assessore alle Politiche giovanili, Elisa Gobbo: “Questo progetto intende raccogliere gli interessi e le proposte di attività da realizzare in un secondo momento e promuovere l’incontro con adulti di riferimento che vivono e gestiscono gli spazi in cui i ragazzi vivono il loro tempo libero. Gli educatori, oltre a mappare i luoghi di aggregazione frequentati dai giovani, avranno anche il compito di conoscere i gruppi di ragazzi e costruire una iniziale relazione con loro, osservare i comportamenti dei ragazzi per raccogliere i bisogni e le risorse dei soggetti, individuare i giovani che già sono in carico e/o segnalati ai servizi e valutare la possibilità di connettere i gruppi con altre realtà del territorio”.



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