MONTEBELLUNA RICORDA GUERRINO CASANOVA E LE VITTIME DI MARCINELLE NELLA GIORNATA DEL SACRIFICIO DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO
Pubblicata il 07/08/2025
Anche quest’anno, l’8 agosto, Montebelluna si unisce al ricordo di una delle pagine più dolorose della storia del lavoro italiano all’estero. È il giorno in cui si celebra la Giornata del Sacrificio del Lavoro Italiano nel Mondo, istituita nel 2011 in memoria della tragedia di Marcinelle, dove nel 1956 persero la vita 262 minatori, di cui 136 italiani e 7 trevigiani.
Tra quei nomi incisi nella memoria c’è anche quello di Guerrino Casanova, montebellunese, 32 anni, padre di due figli. Aveva lasciato Montebelluna con la speranza di offrire una vita migliore alla propria famiglia. Come lui, migliaia di italiani negli anni del secondo dopoguerra partirono alla volta del Belgio attratti da un lavoro che spesso significava sacrificio estremo. Guerrino non è mai tornato, ma il suo ricordo resta scolpito nel cuore della comunità.
A Montebelluna, come in molte città italiane, la bandiera del Comune sventolerà a mezz’asta in segno di lutto e memoria.
Guerrino era uno dei 70mila italiani partiti tra il 1946 e il 1961 grazie al cosiddetto “Accordo uomini-carbone” tra l’Italia e il Belgio: duemila giovani ogni settimana, forti e sani, destinati a lavorare in miniera in cambio di carbone. Era un tempo in cui il lavoro significava sopravvivenza, ma anche rischio, fatica e lontananza.
Nel 2005, lo Stato Italiano ha riconosciuto a Guerrino Casanova la Medaglia d’oro al Merito Civile, per aver “sacrificato la vita ai più nobili ideali di riscatto sociale”.
Commenta il sindaco, Adalberto Bordin: “Ricordare Guerrino Casanova è un modo per tenere viva la memoria di tante famiglie che hanno conosciuto l’emigrazione non come scelta, ma come necessità.
In questa giornata ricordiamo il valore del lavoro e il suo prezzo, a volte altissimo. E allo stesso tempo, guardiamo al presente impegnandoci a garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose deve essere una priorità, sempre. È un dovere verso chi ci ha preceduti e un impegno per chi verrà dopo di noi.”
Tra quei nomi incisi nella memoria c’è anche quello di Guerrino Casanova, montebellunese, 32 anni, padre di due figli. Aveva lasciato Montebelluna con la speranza di offrire una vita migliore alla propria famiglia. Come lui, migliaia di italiani negli anni del secondo dopoguerra partirono alla volta del Belgio attratti da un lavoro che spesso significava sacrificio estremo. Guerrino non è mai tornato, ma il suo ricordo resta scolpito nel cuore della comunità.
A Montebelluna, come in molte città italiane, la bandiera del Comune sventolerà a mezz’asta in segno di lutto e memoria.
Guerrino era uno dei 70mila italiani partiti tra il 1946 e il 1961 grazie al cosiddetto “Accordo uomini-carbone” tra l’Italia e il Belgio: duemila giovani ogni settimana, forti e sani, destinati a lavorare in miniera in cambio di carbone. Era un tempo in cui il lavoro significava sopravvivenza, ma anche rischio, fatica e lontananza.
Nel 2005, lo Stato Italiano ha riconosciuto a Guerrino Casanova la Medaglia d’oro al Merito Civile, per aver “sacrificato la vita ai più nobili ideali di riscatto sociale”.
Commenta il sindaco, Adalberto Bordin: “Ricordare Guerrino Casanova è un modo per tenere viva la memoria di tante famiglie che hanno conosciuto l’emigrazione non come scelta, ma come necessità.
In questa giornata ricordiamo il valore del lavoro e il suo prezzo, a volte altissimo. E allo stesso tempo, guardiamo al presente impegnandoci a garantire condizioni di lavoro sicure e dignitose deve essere una priorità, sempre. È un dovere verso chi ci ha preceduti e un impegno per chi verrà dopo di noi.”

