MONTEBELLUNA RIENTRA IN ANCI NAZIONALE E ANCI VENETO
A distanza di 14 anni, il Comune di Montebelluna torna ad aderire sia all’ANCI nazionale (Associazione Nazionale Comuni Italiani) sia ad ANCI Veneto, l’organismo regionale che rappresenta i Comuni del territorio veneto.
La decisione rappresenta un passo sia sotto il profilo istituzionale che strategico: l’adesione consente infatti al Comune di accedere a servizi di supporto amministrativo, consulenza legale e normativa, formazione per dipendenti e amministratori, oltre che a un canale diretto di rappresentanza a livello regionale e nazionale.
ANCI è il punto di riferimento per i Comuni italiani nel dialogo con il Governo e le istituzioni centrali. Promuove lo studio e la soluzione condivisa delle principali questioni che coinvolgono le amministrazioni locali, offrendo strumenti utili anche per migliorare i servizi ai cittadini e affrontare le sfide quotidiane della gestione comunale.
Analogamente, ANCI Veneto tutela gli interessi dei Comuni presso la Regione, promuove progetti formativi, iniziative di cittadinanza attiva e fornisce supporto tecnico su tematiche amministrative e organizzative.
«Queste adesioni – spiega il sindaco Adalberto Bordin – rappresentano un investimento sul piano istituzionale, ma anche funzionale per un buon governo dell’amministrazione pubblica. In un contesto in cui i Comuni devono affrontare sfide sempre più complesse, avere alle spalle un’organizzazione strutturata, competente e autorevole, come ANCI e ANCI Veneto, è fondamentale!
Torniamo così a fare squadra anche su questo versante, convinti che solo stando dentro ai luoghi dove si costruiscono le politiche pubbliche possiamo portare davvero la nostra voce e i nostri bisogni. Ringrazio i presidenti delle due associazioni: Gaetano Manfredi, presidente nazionale di ANCI, e Mario Conte, Sindaco di Treviso e presidente di ANCI Veneto con cui coltivo un confronto diretto, costante e costruttivo sui temi che riguardano gli enti locali».
L’adesione ha un costo complessivo annuale di circa 8.500 euro, coperti con fondi già stanziati nel bilancio 2025.

