Consorzio Bosco del Montello, ente inutile e da eliminare: la replica

Pubblicata il 16/03/2019

E’ questa la replica del Consorzio Bosco del Montello la cui assemblea, presieduta da Paolo Guizzo, è composta dai sindaci Maurizio Cavallin, Marzio Favero, Marianella Tormena e Fabio Vettori.
E’ opportuno chiarire qual è la funzione principe del Consorzio secondo il dispositivo statutario.
Ebbene, il Consorzio è nato circa un secolo fa a seguito di una donazione da parte del signor Natale Dalla Favera a favore dei Comuni montelliani affinché gestissero l’azienda agricola di Santi Angeli sita in un luogo di grande suggestione sul versante nord del Montello con vista sul Piave e sulle Prealpi trevigiane.
Alcuni anni fa, a fronte delle tensioni tra i Comuni, che avevano portato all’uscita dal Consorzio di Nervesa della Battaglia, qualcuno aveva prospettato l’ipotesi di una vendita dell’azienda agricola e della possibilità della suddivisione dell’incassato tra i Comuni. La verifica successivamente condotta con un legale ha portato a chiarire che la donazione è modale, cioè valida finché i Comuni mantengono fede all’impegno assunto di gestire l’azienda.
In caso di dismissione, gli eredi del donatore, per quanto lontani, avrebbero titolo per rivendicare la proprietà del vigneto.
La scelta, quindi, è se gestire o meno tale patrimonio.
Il dialogo fiorito negli ultimi anni con il progetto anche della Federazione montebellunese ha portato al reingresso di Nervesa nel Consorzio, e ad una suddivisione delle quote in proprietà fondata sul principio della leale collaborazione. Quindi del 20% per Comune.
Operazione di segno inverso rispetto a quella gestita da altre amministrazioni precedenti che si confrontavano sui decimali.
Tema di lana caprina visto che il Consorzio non ha il compito di redistribuire gli utili.
Nel frattempo il Consorzio ha portato avanti la causa contro l’ISA, la società che aveva vinto molti anni fa una gara per avere in concessione il vigneto ma che non aveva ottemperato all’impegno di restaurare i due immobili presenti all’interno della proprietà.
Il Consorzio ha deciso di procedere ad una gestione remunerativa del fondo e si è passati dall’introito di 40mila euro ai 160.000 euro del 2016, ai 190.000 euro del 2017 con la cessione del vigneto in affitto e ai 370.000 euro con la vendita diretta dell’uva prodotta lo scorso anno.
Si tratta di risorse che in questa fase sono state utilizzate per ristorare degli investimenti non ammortizzati la ditta uscente ma che dal prossimo anno si trasformeranno in entrate libere che renderanno il Consorzio pienamente autosufficiente per lo svolgimento del proprio compito istituzionale ma anche per dare un ausilio ai Comuni nella valorizzazione del Montello.
Va anche detto che il CDA presieduto dal presidente, Denis Michielin, è composto i consiglieri Bruffato, Gasparetto, Longo e Moretto, che mettono a disposizione le loro competenze a titolo gratuito per le esigenze del Consorzio.
La nuova gestione del Consorzio si è già distinta in questa direzione, perché ha salvato un investimento ottenuto in passato per demolire la fonda ferroviaria, che è un monumento storico di straordinario valore, per procedere, invece e giustamente, alla sua acquisizione.
Una complessa e lunga trattativa con RFI ha consentito al Consorzio di portare a casa una pista ciclopedonale dell’ampiezza di 6 metri e della lunghezza di 18.5 KM. La restante parte della proprietà di RFI è stata data in comodato d’uso al Consorzio.
Si è conclusa la progettazione e in questi giorni sarà depositato il progetto per il recupero della ferrovia militare dismessa ribattezzata la Tradotta e per la realizzazione sono stati recuperati 400mila euro: 300mila euro da parte del Consorzio BIM Piave (100 mila a favore dei tre Comuni di Volpago, Giavera del Montello e Nervesa della Battaglia) e 100mila stanziati in proprio dal Comune di Montebelluna.
Il Consorzio ha altresì proceduto ad un primo censimento dei siti con valenza turistica del Montello. Operazione che si è tradotta nella realizzazione di una prima mappa turistica con la posizione di QRCode nei siti individuati affinché i visitatori possano godere di informazioni utili ad interpretare i luoghi.
Diverse altre iniziative, anche rilevanti sono in cantiere.
Quindi il Consorzio grazie all’impegno delle attuali amministrazioni comunali ha ritrovato appieno la sua vitalità e non può e non deve essere sciolto.
Anzi si prepara a diventare uno degli attori della costituenda DMC (Destination Management Community) e cioè il nuovo organismo di gestione dell’offerta turistica dell’area montebellunese e montelliana finanziata in prima istanza dal Comune di Montebelluna con le risorse dell’imposta di soggiorno, ma che vedrà a breve anche il concorso finanziario degli altri Comuni.
E il tutto rientra nella più ampia strategia di valorizzazione territoriale elaborata all’interno dell’IPA e che ha portato diversi Comuni a intraprendere le opere di restauro e recupero di un patrimonio pubblico straordinario che progressivamente verrà messo a disposizione dei visitatori.
Si pensi ai casi dell’abbazia di Nervesa, dell’aeroporto di Zanardo, di Villa Pisani, di Villa Wassermann e di Villa Pontello.
L’invito che i sindaci rivolgono al consigliere Miotto è quello di condividere questo percorso costruttivamente come ha già iniziato peraltro a fare chiedendo che nella prossima edizione della mappa turistica il Consorzio inserisca l’ossario di Santa Lucia.



 


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