Rassegna teatrale Echi – Sul palco del Palamazzalovo di Montebelluna domenica 24 febbraio alle 21.00 - De André canta De André - “Storia di un impiegato” di e con Cristiano De André

Pubblicata il 14/02/2019

Disponibili nuovi posti in platea numerata.

 

È in programma per domenica 24 febbraio 2019 alle ore 21.00 la data del tour 2018 “De André Canta De André - Storia di un impiegato” diCristiano De André che farà tappa al Palamazzalovo di Montebelluna. Inserito nell’ambito della Rassegna teatrale ECHI, promossa dal Network Cultura dei Comuni del Montebellunese per diffondere la cultura teatrale nel territorio e dedicata, quest’anno, alle Note Teatrali, lo spettacolo vede protagonista Cristiano De André con il suo concept album di Faber completamente riarrangiato nell’anniversario dei 50 anni dal ’68 e che torna così a smuovere le coscienze a vent’anni dalla scomparsa del suo autore (11 gennaio 1999).

 

INGRESSI:

PLATEA 1° SETTORE € 50,00 + prev.

TRIBUNA CENTRALE € 50,00 + prev. , escluse penultima e ultima fila in alto a € 40,00 + prev.

TRIBUNA 2° SETTORE (B-D) prime 4 file e posti centrali (adiacenti tribuna centrale) € 40,00 + prev.;

Ultime 5 file in alto con ultimi 8 posti laterali per fila (adiacenti 3° settore) a € 30,00 + prev.

 

INFO: ICONA 0423 1908346 - 335 5819109 info@iconamusic.it – www.iconamusic.it

 

“STORIA DI UN IMPIEGATO” è un disco che mette in discussione le basi su cui si fonda il potere ed è stato arrangiato da Cristiano De André come una vera e propria opera rock. Nel tour è affiancato anche da altri celebri brani di repertorio come “Fiume Sand Creek” e “Don Raffaè”, che hanno affrontato il tema della lotta per i diritti, e altre perle, come “Il pescatore”, contenute nei progetti discografici di grande successo “De André canta De André – Vol. 1” (2009), “De André canta De André – Vol. 2” (2010) e “De André canta De André – Vol. 3” (2017). La regia dello spettacolo, curata da Roberta Lena, è piena di soprese, dai visual con immagini storiche, ai giochi di luce.

Cristiano De André, unico vero erede del patrimonio musicale deandreiano, ha attinto dall'immenso repertorio di Fabrizio rileggendo il disco del 1973 sempre più attuale, un concept album sugli anni di piombo e sulla speranza di costruire un mondo migliore. “Storia di un impiegato” racconta infatti il gesto di un impiegato degli anni ’70, animato dal ricordo della rivolta collettiva del Maggio francese del 1968. Il Sessantotto non fu tanto una rivoluzione politica, quanto sociale e culturale: anni di “lotta dura, senza paura”, come recitava uno dei tanti slogan, ma anche uno spartiacque tra passato e futuro.

L’artista ha ardentemente voluto portare in scena quest’opera a partire dal 50esimo anniversario del ’68 (è in tour da novembre 2018). Arrangiare “Storia di un impiegato” ha significato per Cristiano De André riportare in auge i figli della rivoluzione pacifista: l’utopia, l’anarchia, il Sogno, da una parte, il Potere, la paura, l’inabissamento delle qualità individuali a discapito delle esigenze globali, dall’altra. Come recita il testo di “Nella mia ora di libertà”: Certo bisogna farne di strada/da una ginnastica d'obbedienza/fino ad un gesto molto più umano/che ti dia il senso della violenza/però bisogna farne altrettanta/per diventare così coglioni/da non riuscire più a capire/che non ci sono poteri buoni.

Cristiano De André e Stefano Melone (alla produzione artistica) hanno dato una nuova vita musicale alle canzoni del disco, un suono rock-elettronico, calibrato sui momenti psicologici del protagonista della storia, dall’iniziale clima di sfida dettato dall’introduzione sui giorni del Maggio francese sino al fallito attentato e al carcere.

Racconta Cristiano De André: «Dopo che avevo arrangiato l’ultimo concerto del 1998, Fabrizio mi chiese di portare avanti il suo messaggio e la sua memoria. Mi è parsa una bella cosa proseguire il suo lavoro caratterizzando l’eredità artistica con nuovi arrangiamenti, che possano esprimere la mia personalità musicale e allo stesso tempo donino un nuovo vestito alle opere, una mia impronta. Con questo tour voglio risvegliare le coscienze, mio padre diceva che noi cantanti portiamo un messaggio e in questo non posso che appoggiarlo».



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