Il destino del poligono da tiro militare in Consiglio Comunale

Pubblicata il 17/01/2019

Il prossimo consiglio comunale di Montebelluna in programma per il 23 gennaio sarà chiamato ad approvare l’acquisizione dell’immobile “ex poligono militare di tiro a segno”.
Si tratta di un impianto da tempo inutilizzato e che versa in uno stato di abbandono e per il quale già tempo l’amministrazione comunale ha dimostrato interesse in virtù del cosiddetto federalismo demaniale che ha visto l'avvio della cessione da parte dello Stato agli enti locali di moltissimi immobili di proprietà demaniale considerati non più necessari per le finalità originali. A fronte della doppia richiesta da parte del Comune, una prima nel 2013 ed una seconda con domanda di riesame nel 2014, entrambe rifiutate dall’Agenzia del Demanio perché permanevano le esigenze istituzionali da parte dell’amministrazione della Difesa, l’estate scorsa l’immobile è stato dichiarato disponibile e lo scorso 10 gennaio l’Agenzia del Demanio ha comunicato il parere favorevole al trasferimento al Comune dell’ex poligono di tiro a segno, indicando il termine del prossimo 30 gennaio, a pena di decadenza, per l’invio della relativa deliberazione consiliare.
 
Spiega il sindaco, Marzio Favero: “Quando è stato introdotto il federalismo demaniale, ci siamo immediatamente mossi per portare a casa l’ex poligono di tiro che sorge lungo la Feltrina in località Biadene in un’area di 10mila metri quadrati che comprende anche tre immobili. E’ un luogo straordinariamente suggestivo e che sorge ai piedi del Montebelluna e come mi conferma il professor Lucio De Bortoli la sua realizzazione risale al primo del decennio del Novecento per la precisione nel 1907 venne costituita la sezione locale della società di tiro a segno nazionale. Il poligono nuovo venne inaugurato nel 1910, madrina era Sofia Bertolini moglie di Pietro Bertolini, prima parlamentare e poi ministro del Regno d’Italia. Le attività si spensero negli anni ‘70 a è pensabile la sua restituzione ad usi ricreativi e sportivi. La prima richiesta di acquisizione presentata nel 2013 è stata rifiutata in quanto il poligono risultava essere ancora strategico per finalità militari ma abbiamo controdedotto che non poteva essere così perché oggi la normativa impone che i poligoni abbiano delle barriere protettive che non sono realizzabili in un contesto vincolato dal punto di vista archeologico e paesaggistico. Ne è seguita un’ulteriore risposta negativa nel 2014. Il dialogo non si è comunque interrotto: c’è stata una prima apertura nell’estate a cui ha fatto seguito una seconda, in questi giorni, da parte dell’agenzia del Demanio che ringrazio. Alla domanda perché acquisire tale area mi permetto di dare due risposte da sole eloquenti. In primo luogo si tratta di 10mila metri quadrati immobiliari che diventano di proprietà comunale. In secondo luogo il poligono è quello che i paesaggisti chiamano land mark, un segno del territorio che vale la pena di conservare perché rappresenta un pagina della storia cittadina dei primi decenni del ‘900. Di particolare interesse dal punto di vista architettonico sono le due torrette che racchiudevano la postazione di tiro e che sono ancora oggi visibili a chi passa lungo la Feltrina. Quanto ai possibili utilizzi futuri non escludiamo le ipotesi legate alle attività sportive come il tiro con l’arco o equivalenti. Intanto portiamoci a casa questo bene culturale e mi permetto un ringraziamento al direttore dell’Agenzia del Demanio e ai suoi collaboratori per l’attenzione che ci hanno riservato”.


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