25 aprile - 76mo Anniversario della Liberazione

Pubblicata il 22/04/2021

L’Amministrazione Comunale di Montebelluna, a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria in corso, terrà una cerimonia di commemorazione in forma ridotta secondo il seguente programma:


ore 8.45

Il Vice Sindaco Reggente e un Assessore, separatamente, si recano a rendere omaggio presso i seguenti Monumenti:

  • •    Lapide ai “Caduti 1848-1945” e Lapide ai “Caduti del 1945 nel cinquantesimo” sotto il Palazzo Municipale
  • •    Monumento Ex Internati, Lapide al cippo Caduti Partigiani in via Generale Fiorone, Monumento ai Mutilati e Invalidi di Guerra, Lapidi X Martiri, Monumento ai Caduti e Tomba dei Partigiani presso il Cimitero del Capoluogo



ore 9.30

Celebrazione Santa Messa in Duomo in suffragio di tutti i Caduti


ore 10.45

Alzabandiera
Resa degli Onori presso il Monumento ai Caduti nella piazza antistante il Municipio


Il programma dettagliato e la locandina sono disponibili in allegato.



IL MESSAGGIO DEL VICESINDACO REGGENTE, ELZO SEVERIN


Gentilissimi Cittadini e Cittadine,

il prossimo 25 Aprile non potremo incontrarci ma, per rinnovare la memoria storica, l’Amministrazione Comunale propone un sunto delle vicende accadute a Montebelluna e nel suo comprensorio nel 1945, secondo quanto riportato nel libro di Lucio De Bortoli e Giorgio Morlin, “Montebelluna i giorni della liberazione”, Danilo Zanetti editore, 2010.

 

La Liberazione a Montebelluna, non ha mai goduto di grande stampa.

Nel libro sono analizzate le testimonianze del capo partigiano Antonio Colognese, del Prevosto Daniele Bortoletto, del campanaro e custode del cimitero Giovanni Bordin, della "Cronaca Montebellunese" di Augusto Serena e quelle più recenti di Bruno Zamprogno.
Nel 1944 anche a Montebelluna venne costituito il Comitato di Liberazione, con diverse sensibilità politiche, formato da persone stimate e rappresentative (Romolo Pellizzari - avv. Lino Bortolo Samson - Undicesimo Corradi - Giacomo Passuello – Antonio Colognese - Robazza - Ribeiro).
In quel periodo erano presenti a Montebelluna numerosi reparti nazisti, con sede in edifici, ville, scuole della città e reparti di Guardia Nazionale Repubblicana per un totale circa 3.500 militari. Si aggiunse in seguito un reparto della Luftwaffe al comando del Ten. Colonnello Friz Herbert Dierich con il compito di tenere aperta la ritirata alle truppe tedesche con sede a "Villa Morassutti", che, per le crudeli violenze effettuate negli interrogatori dei prigionieri e deportati, venne denominata dai cittadini "La casa degli orrori".

I partigiani presenti nel comprensorio montebellunese erano divisi in gruppi denominati “formazioni”. Combatterono con estremo valore, sia nel Rastrellamento del Grappa nel settembre 1944, sia in numerose e costanti azioni sul territorio: azioni di sabotaggio, agguati, sequestri di armi, incursioni nelle caserme, interruzioni di vie ferroviarie, distruzioni di ponti.
Azioni che si conclusero il 29-30 aprile 1945 con l'ordine del Comando di Liberazione Nazionale, di bloccare e disarmare la colonna tedesca in fuga la quale, se fosse rimasta indenne, avrebbe continuato a combattere in Germania, ritardando l' avanzata degli Alleati e la fine della Guerra.
Nel testo emerge l'instancabile attività e lo spirito di sacrificio del Prevosto Daniele Bortoletto.
Per evitare le razzie dei tedeschi, nascose gli oggetti più preziosi della Chiesa (paramenti - argenteria - dipinti). Fu denunciato dal Prefetto come "favoreggiatore di ebrei", con proposta di internamento in Polonia, ma il suo dossier venne occultato e distrutto da un impiegato dell'ufficio di Treviso. Denunciato una seconda volta per avere parlato ai militari in parrocchia di fraternità e della necessità di evitare di uccidere, si salvò grazie all'intervento del Vescovo di Treviso presso il comando tedesco. Fu anche rinchiuso per una settimana come ostaggio, con altri notabili montebellunesi nella Caserma "De Dominici" a Treviso.

Nel triste episodio dei 10 Martiri di Zapparè di Trevignano Don Bortoletto non poté intervenire, perché la fucilazione avvenne molto presto al mattino e non venne neanche chiamato il Sacerdote per l'assistenza religiosa come previsto dal codice internazionale. Don Bortoletto andò a protestare dal Comandante tedesco, che, senza scusarsi, rispose: "Monsieur la guerre c'est la guerre". A Zapparè di Trevignano, occorre considerare, non furono i partigiani ad attaccare i tedeschi, ma i tedeschi, su delazione di una spia, ad assalire i partigiani.
Nel testo emerge anche come determinante l'attività di Antonio Colognese (comandante partigiano) che come responsabile del SIM (Servizio Informazione Militare) trasmetteva informazioni ai vari comandi partigiani e al comando alleato, operava mediazioni tra gruppi di partigiani locali, regionali, nazionali, in continuo movimento, conciliando eventuali disaccordi tra di loro, anche con comunicazioni radio agli Alleati mirate a far risparmiare Montebelluna da ulteriori bombardamenti aerei in quanto non vi erano obiettivi sensibili importanti da colpire.
Il 30 Aprile 1945 a Caerano di San Marco per rappresaglia, avvenne il tragico eccidio della famiglia Stecca, sei persone, compresa una bambina di 10 anni, e dove in una numerosa colonna tedesca che transitava, venne catturato, da un gruppo di partigiani della "Nuova Italia" il Generale Richard Heidrich, nazista fanatico, amico personale di Hitler, con tutto il suo stato maggiore.

Il libro è arricchito con numerose e significative fotografie storiche delle varie formazioni partigiane, (impressionanti sono le foto al centro di Montebelluna,) una lunga fila di 500 prigionieri tedeschi arresi dopo il combattimento del 30 aprile, verranno consegnati agli americani e la foto del 2 maggio 1945, del lungo corteo di concittadini montebellunesi ai funerali dei partigiani Caduti.
I Caduti montebellunesi nella Resistenza furono 17 di cui 7 decorati con Medaglia d'Argento al Valor Militare (Boschieri Antonio - Bibolini Nello - Colognese Antonio - Mattiello Lino - Rodato Fausto - Torresan Vincenzo). (Antonio Colognese fu anche decorato della "Bronz Star" americana per la lotta partigiana).

Vanno ricordati anche i collaboratori civili dei partigiani della Resistenza, che operavano di sostegno, fornendo notizie sui movimenti dei nazi-fascisti, offrendo alloggio e viveri ai partigiani, preparando nascondigli sicuri per i feriti, anche in ospedale, al fine di evitarne la sicura cattura. Molte volte hanno pagato di persona con la vita e la casa bruciata.

Montebelluna fu l’unica città della provincia di Treviso dove, a fine conflitto, non ci furono rese dei conti, vendette personali o uccisioni nei confronti degli sconfitti.

 
Nella speranza di poterci ritrovare in un clima più sereno per tutti, sono certo che il ricordo che ciascuno saprà portare in onore dei nostri Caduti accompagnerà la cerimonia che si svolgerà in forma ridotta.

 


Allegati

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Allegato LOCANDINA 25 aprile 2021.pdf 73.04 KB
Allegato MANIFESTO 25 aprile 2021 PER FRAZIONI.docx 961.29 KB


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