Montebelluna on the road – quando andarsene non è solo una fuga A mancare di più sono la famiglia, il cibo, il sole, le montagne, bici, cultura

Pubblicata il 09/04/2016

 

Presentato questa mattina le video interviste dei montebellunesi che vivono all'estero nell'ambito del progetto promosso dal Comune di Montebelluna e da I Trevisani nel mondo – sezione di Montebelluna che in questi giorni festeggia il 30mo anniversario.Alcuni stralci delle interviste sono visibili nel gruppo facebook “Montebelluna on the road

 

Vivono soprattutto in Europa, in Germania, in Francia, Olanda, ma anche in Australia ed in Cina: sono i protagonisti del video-documentario realizzato nell'ambito del progetto “Montebelluna on the road - Nuove esperienze di vita nel mondo”, presentato questa mattina in biblioteca comunale a Montebelluna.

Promosso dalla sezione Trevisani nel Mondo di Montebelluna in occasione del suo trentennale di fondazione in collaborazione con iI Comune di Montebelluna, il progetto, partito nel settembre scorso, ha analizzato il fenomeno migratorio recente nell'area montebellunese, intervistando 26 persone (fascia d’età compresa tra il 21 e i 50) residenti all’estero a partire dal 1990. All’iniziativa hanno dato patrocinio la Regione del Veneto – Assessorato ai Flussi Migratori, la Provincia di Treviso, l’UTRIM e l’Istresco.

 

Alla presentazione erano presenti il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, la direttrice della biblioteca comunale, Alda Resta, il consigliere provinciale de I Trevisani nel mondo, Florio Durante, il presidente della sezione Trevisani nel mondo di Montebelluna, Giuseppe Biz, il rappresentante del Gruppo Giovani di Trevisani nel mondo, Marco Chiarelli, ed il ricercatore Università Ca’ Foscari Venezia e Istresco, Alessandro Casellato.

 

Negli ultimi dieci anni sono 531 gli iscritti all'Aire presso il Comune di Montebelluna di cui 227 tra 0 e 35 anni (fra questi il record riguarda la Francia, 46, seguita dal Regno Unito, 34, la Germania 21, il Belgio, 20, e la Svizzera, 18).

 

Con il materiale raccolto (circa 30 ore di video interviste, è stato prodotto un documentario. Il campione degli intervistati copre quasi tutti i cinque continenti, essendo state raccolte interviste dalla Cina, dall’Australia, dal Brasile, da Israele e per quanto riguardo l’Europa dall’Austria, dalla Svizzera, dalla Francia, dall’Olanda, dalla Germania, dalla Danimarca, dalla Finlandia, dall’Inghilterra, dal Lichtenstein.

 

Le professionalità degli intervistati sono varie: dallo studente all'estero in Erasmus ai dottorandi e ai ricercatori, dagli architetti agli operatori di organizzazioni di volontariato, agli ingegneri delle telecomunicazioni agli operatori turistici, dai grafici ai designer e alle ragazze alla pari.

Dalle interviste che hanno indagato sui motivi che hanno spinto i ragazzi a lasciare Montebelluna, alle difficoltà di adattamento nel paese straniero, emerge che a “mancare di più” del paese di origine sono la famiglia, il cibo, il sole, le montagne, la bici, la cultura. Riduttiva, invece, la definizione di “cervelli in fuga”, sebbene la maggior parte dei 20 intervistati possieda un titolo di studio di livello elevato.

 

Presenti, questa mattina, anche due dei ragazzi intervistati. Gloria Tommasi, 34 anni che vive a Rio de Janeiro in Brasile dove ha avviato un'attività nel settore turistico: ““Abbiamo cercato uno Stato che ci permettesse di aprire un’attività con molta più facilità, e devo dire che il Brasile è uno stato che ti permette di aprire una partita IVA con una facilità davvero reale”, e Paolo Martinazzo, 33 anni che vive da sei a Zurigo in Svizzera: “Una volta abituato a questi standard alti e a questo mercato del lavoro flessibile e spumeggiante, tornare indietro con stage, contratti a tempo e sicurezza zero, non mi sembra il caso”

 

Con questo progetto – spiega il sindaco di MontebellunaMarzio Favero – che è destinato a continuare alimentando l'archivio della biblioteca comunale, si è voluto, col supporto anche di un gruppo di giovani e volenterosi ricercatori, capire come sia lo stato dell’arte del fenomeno migratorio locale e la risposta è sorprendente. Appaiono logore, quasi inutilizzabili, le vecchie categorie storiografiche fondate su fattori di espulsione e fattori di attrazione/lontananza fisica e morale, subalternità di ruolo e marginalità culturale…. È che il mondo si è fatto più piccolo, i viaggi aerei low cost, le reti ferroviarie e quelle informatiche hanno dissolto il senso della lontananza fisica e culturale. I giovani intervistati si sottraggono persino ai nuovi luoghi comuni come quello “della fuga dei cervelli”. La verità è che i nostri giovani sono cresciuti con un atteggiamento cosmopolita e una disposizione a vivere come propri, anche simbolicamente, non solo per le opportunità che offrono, i luoghi che alla generazione che ci ha preceduto apparivano lontani ed esotici. Questo rende ancor più stridente la differenza fra l’esperienza attuale dei nostri giovani all’estero e quella affrontata dalle precedenti generazioni di emigrati o da quella degli immigrati di oggi”.

 

Spiega Giuseppe Biz, presidente della sezione A.I.T.M. di Montebelluna “E' questo un modo inedito per celebrare il trentesimo anniversario di fondazione della nostra sezione, per divulgare nelle scuole del territorio l’emigrazione e far conoscere l’attività della Trevisani nel Mondo che, dal 1973 grazie all’intuizione del nostro fondatore Don Canuto Toso, continua a operare in favore di tutti i migranti, a mantenere il collegamento con tutti i trevisani all’estero e il loro legame con la terra d’origine.

Con questo documentario offriamo alle generazioni future una nuova lettura del fenomeno migratorio, non più attraverso i diari e le lettere, ma grazie alla tecnologia la possibilità di ascoltare la voce e dare un volto ai nuovi Trevisani nel Mondo”.

 

L'evento di oggi apre la due giorni di festeggiamenti della sezione montebellunese dell'associazione Trevisani nel mondo. Domani i festeggiamenti inizieranno alle 8,40 con l'alzabandiera presso il Monumento dell'emigrante in piazza IV Novembre a Montebelluna; alle 9.30 è prevista la santa messa in Duomo e alle 11.00 la sfilata dei gonfaloni fino al municipio con la banda e le majorettes. Infine, alle 12.00, il pranzo sociale presso il club degli emigranti di Musano.

 

 

I PROTAGONISTI

 

Alberto Venzo - 40 anni - Parigi - Francia

Io non conoscevo nessuno quando sono venuto a Parigi, però è successo a me di poter aiutare qualche italiano, spiegandogli le differenze tra il sistema di lavoro italiano e quello francese”

 

Alessandra Gonnella - 21 anni - Londra - Gran Bretagna

Per me un grosso problema dell’Italia, che è anche una delle cause per cui molti giovani se ne vanno, è che è un Paese per vecchi”

 

Alice Andreola - 27 anni - Bielefeld - Germania

Che consigli darei a chi vuol fare un’esperienza all’estero? Fai ricerche sul luogo dove andrai ad abitare o a studiare. Informati sui professori se andrai a studiare, informati sui luoghi dove potresti lavorare e... Portati un pacco di pasta da casa!”

 

Anna Sartor - 24 anni - Prangins - Svizzera

Non mi trovavo più bene dov’ero, in Italia. Ero stufa! Siamo delle risorse, alla fine. però ci fanno sentire come un peso”.

 

Claudia Poloni - 31 anni - Lione - Francia

Daniela Setco - 23 anni - Prangins - Svizzera

Sono andata a vivere all’estero per aprire gli occhi, per vedere posti nuovi e, soprattutto, per imparare una nuova lingua”.

 

Daniele Casella - 47 anni - Klagenfurt - Austria

Cervello in fuga? Mi riconosco in fuga. Come cervello... mi fa un po’ ridere, perché se avessi avuto cervello sarei andato via prima dall’Italia!”

 

Daniele Pedrazzi - 34 anni - Brisbane - Australia

A chi volesse andare a vivere all’estero consiglio di non pensare che, andando in un altro Paese, le cose siano molto facili, perché non lo sono affatto”.

 

Gianluca Bolzonello - 49 anni - Nanchino - Cina

Quando sono partito io, Montebelluna era ricca. La gente veniva a casa mia per domandarmi se volevo andare a lavorare con loro.”

 

Gioele Martignago - 24 anni - Turku - Finlandia

Se si vuole fare un’esperienza di studio all’estero, per come la penso io, credo che la cosa migliore sia partire da soli, senza conoscere nessuno”

 

Gloria Tommasi - 34 anni - Rio de Janeiro - Brasile

Abbiamo cercato uno Stato che ci permettesse di aprire un’attività con molta più facilità, e devo dire che il Brasile è uno stato che ti permette di aprire una partita IVA con una facilità davvero reale”.

 

Irene Favero - 34 anni - Parigi - Francia

La cosa che più mi ricorda casa è la nebbia: quando c’è la nebbia mi sembra di essere in stazione a Signoressa ad aspettare il treno per Montebelluna

 

Marina Regosa - 29 anni - Wageningen - Olanda

In Olanda, i professori universitari si mettono quasi sullo stesso piano degli studenti. Anche se sono dei guru nella loro materia, anche se hanno sessanta o settant’anni e potrebbero permettersi di guardarti dall’alto in basso, non lo fanno!”

 

Nicola Chinellato - 25 anni - Utrecht - Olanda

Mi piacerebbe tornare in Italia e aiutare la nostra società a crescere e migliorare. Bisogna vedere se ne avrò l’occasione...”

 

Nicola Rasera - 26 anni - Monaco - Germania

A Monaco, l’Università costa 220 euro all’anno. E con quella somma si acquista anche un biglietto valido per tutti i mezzi pubblici della città. Ci sono più possibilità di fare le tesi in azienda e, in tal caso, si viene retribuiti, cosa che in Italia è difficile che avvenga”

 

Pamela Sartena - 36 anni - Zurigo - Svizzera

Quella di trasferirmi all’estero non è stata una scelta voluta, ma una scelta semi-obbligata, perché comunque, nel caso in cui non fossi partita, avrei perso il mio lavoro”

 

Paolo Martinazzo - 33 anni - Zurigo - Svizzera

Una volta abituato a questi standard alti e a questo mercato del lavoro flessibile e spumeggiante, tornare indietro con stage, contratti a tempo e sicurezza zero, non mi sembra il caso”

 

Sara Dominoni - 26 anni - Gerusalemme - Israele

Consiglio, a chi volesse fare un’esperienza all’estero, di non aver paura e di buttarsi, perché c’è soltanto da imparare. Sia che vada bene, o che non vada bene, è comunque un’esperienza importante che ti aiuta ad aprire gli orizzonti”

 

Sibilla di Guida - 34 anni - Otterup - Danimarca

L’Idea che in Italia tutto vada male e all’estero vada tutto bene è decisamente esagerata. Però è vero che, almeno nell’università, un lavoro qualificato è considerato molto di più all’estero che in Italia”

 

Stefano Binotto - 29 anni - Berlino - Germania

Per me è stato decisivo l’Erasmus, perché da un lato mi ha permesso di conoscere persone provenienti da tutto il mondo, e dall’altro mi ha dato la possibilità di vedere e di scoprire un modo di vivere diverso da quello che conoscevo”

 

Alcuni stralci delle interviste sono visibili nel gruppo facebook “Montebelluna on the road



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