Il PD chiede di escludere Montebelluna dalle selezioni per la Capitale della cultura 2018. La replica del sindaco Marzio Favero: azione volgare e meschina

Pubblicata il 24/01/2017

Il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, reagisce alle notizie di stampa riguardanti l’interrogazione rivolta al Ministro Franceschini, dai parlamentari del PD Giorgio Zanin e Floriana Casellato mirata a chiedere l'esclusione di Montebelluna dalla candidatura a Capitale della cultura italiana 2018.

Dichiara Marzio Favero: “Questa iniziativa è vergognosa e meschina. Non si può, per la lotta politica contingente, sacrificare una città e il territorio alla faccia del bene comune. Come mi hanno detto i cittadini per strada questa mattina: questa è la politica che fa schifo!

In secondo luogo è un tentativo di turbare la procedura concorsuale. E ciò è gravissimo. Mi conforta l’idea che la Commissione sia altamente qualificata e senz’altro indipendente.

 

In terzo luogo, l’onorevole Giorgio Zanin ignora le mie posizioni e la mia storia: non sa che ho espresso la mia disponibilità ad accogliere i profughi veri e che Montebelluna ha integrato ottimamente gli immigrati regolari. Sono stato votato anche da cittadini di origine extracomunitaria offesi dal fatto che il PD locale mi attaccasse come foresto perché non residente. Mentre sul tema dei clandestini la mia posizione è vicina a quella del nuovo ministro dell'Interno proprio del PD, Domenico Minniti, che sta riattivando i CIE. 

In quarto luogo, Floriana Casellato, che invece mi conosce benissimo, gira la questione sul perché non sia stata ammessa la candidata Vittorio Veneto, al posto di Montebelluna. È una totale mancanza di rispetto al valore culturale della Città di Montebelluna e alla Commissione nominata dal Ministro Franceschini. Commissione a cui va tutta la mia stima in quanto ha avuto il coraggio di inserire tra le finaliste un'outsider come Montebelluna che rappresenta una cifra diversa della cultura, quella dell'innovazione.

Infine, in merito alle due manifestazioni presenziate dai sindaci del Montello a Volpago, sui contenuti della prima, svolta in palestra e impostata da me, nessuna forza politica ha avuto nulla da ridire nei giorni successivi. Dunque nessun clima di ostilità, bensì il tentativo di coniugare rigore ed umanità, considerato che la Polveriera avrebbe l’aspetto di una sorta di campo di concentramento. Nella serata in piazza i relatori hanno tenuto lo stesso profilo. C’è stato uno striscione, senz'altro da condannare, ma il sindaco di Volpago, Paolo Guizzo, correttamente si è scusato perché non c'è stata la prontezza di rimuoverlo. Ma su quello striscione si è sviluppata una bolla mediatica eccezionale con troppi che si sono strappati le vesti nel sinedrio. È assolutamente volgare che si voglia attribuire ai presenti intenzioni che non avevano, così come sarebbe sciocco attaccare tutti i preti per le vicende vergognose che stanno emergendo nel padovano. Quando si generalizza in questo modo, si alimenta un clima di tensione. È stato bravo don Bruno Baratto a evitare che la manifestazione dei millepiedi fosse contrappositiva.”



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