Capitale cultura 2018: la delegazione montebellunese ieri a Roma per l’audizione

Pubblicata il 11/01/2017

Si è svolta ieri pomeriggio, alle 16.30 presso la “Sala Spadolini” del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo a Roma l’audizione che ha visto protagonista il Comune di Montebelluna, candidato a Capitale della Cultura 2018.

 

Montebelluna è infatti tra le dieci città italiane scelte all’unanimità dalla giuria presieduta da Stefano Baia Curioni tra le 21 città partecipanti al titolo di Capitale italiana della cultura per il 2018. Unica città veneta a Roma assieme ad Alghero, Aquileia, Comacchio, Erice, Ercolano, Palermo, Recanati, Settimo torinese e Trento. La proclamazione della Capitale italiana per il 2018 avverrà martedì 31 gennaio 2017 alle ore 15.

 

Presente all'audizione la giuria presieduta da Stefano Baia Curioni, e composta da Francesca Cappelletti, Franco Iseppi, Cristina Loglio, Giuseppe Piperata, Giovanna Pugliese e Alberto Sinigaglia e la delegazione montebellunese qualificata a rappresentare il territorio composta dal sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, l'assessore regionale alla cultura, Cristiano Corazzari, l'assessore alla cultura, Debora Varaschin, la direttrice del Museo civico di Montebelluna, Monica Celi, il professore magnifico rettore dello IUAV di Venezia, Alberto Ferlenga, il ricercatore storico del Comitato d'Ateneo per il Centenario della Grande Guerra dell'Università di Padova, Marco Mondini, il presidente di Lotto S.p.A. e Stonefly, Andrea Tomat, il presidente dell'acceleratore d'impresa, esempio di riconversione industriale, Infinitearea, Patrizio Bof, e la direttrice del Ciset (Centro internazionale di studi per il turismo) Ca' Foscari Venezia, Mara Manente.

 

 

L’iniziativa “Capitale Italiana della Cultura” è volta a sostenere, incoraggiare e valorizzare la autonoma capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della leva culturale per la coesione sociale, l’integrazione senza conflitti, la creatività, l’innovazione, la crescita e infine lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo. 

 

Per Montebelluna l’essere compresa nella shortlist definita dal Ministero dei Beni e della Attività Culturali e del Turismo è, di per sé, già un traguardo, che premia non solo il lavoro fin qui svolto in ambito culturale ma anche la prospettiva, definita attraverso il dossier presentato per la candidatura.

In palio, per il vincitore, un milione di euro messo a disposizione dal Governo per realizzare il progetto e l’esclusione delle risorse investite nella realizzazione del progetto dal vincolo del Patto di stabilità. 

 

Commenta il sindaco, Marzio Favero: “Non è corretto riferire dei contenuti di un incontro che fa parte di una procedura concorsuale. Bisogna attendere. E’ però giusto dire che siamo onorati di essere stati individuati tra le dieci città da selezionare quale Capitale della cultura 2018. Indipendentemente dal risultato finale, l'obiettivo di un riconoscimento nazionale è stato pertanto raggiunto. La candidatura - in tutte le sue fasi, dalla preparazione, all'audizione di ieri – è stata uno stimolo per guardare con maggiore consapevolezza al nostro patrimonio culturale in una chiave innovativa e contemporanea, perché ci siamo presentati come emblema di una cultura diversa, espressione di quel tessuto di città-impresa che tiene in piedi l'economia del Paese ma che è sempre in zona d'ombra rispetto alle grandi città d'arte. Il piano di lavoro elaborato ci guiderà comunque al 2018 ed oltre.

 

Ringrazio i collaboratori interni ed esterni, perché il progetto è stato realizzato “a costo zero”, tutto il comitato promotore, le istituzioni che hanno voluto credere in questa candidatura, la Regione Veneto, la Provincia di Treviso, le IPA Montebelluna-Piave-Sile e Castellana, la Federazione dei Comuni del Montebellunese, le Università, le associazioni di categoria, le fondazioni Benetton, Coin e Museo dello Scarpone, i Consorzi del territorio montelliano, i Club Lions e Rotary e tutti coloro che da privati hanno voluto manifestare la loro collaborazione come InfiniteArea, Esse Music, Generali Italia s.p.a. Agenzia Generali di Montebelluna, Lotto Sport Italia S.p.A., Stonefly, Geox S.P.A. e coloro che hanno la loro disponibilità per il comitato scientifico che qualifica il progetto.

E’ un patrimonio di relazioni che a ben pensarci, è già da solo è contemporaneamente premessa e risultato di questa candidatura”.

 

 

LA CANDIDATURA DI UN TERRITORIO

 

La candidatura di Montebelluna in realtà è l’espressione del movimento culturale di un territorio che coinvolge 80mila abitanti che è omogeneo in ordine alle dinamiche produttive, insediative, dei servizi e della mobilità sociale e che da anni opera in modo coordinato per promuovere una cultura di innovazione e valorizzazione dei propri punti di forza.

E’ grazie al contributo della Federazione del Montebellunese e dell’IPA che il nostro territorio ha potuto emergere in ambito nazionale portando all’attenzione di un vasto pubblico i valori dell’area montelliana.

 

PERCHE’ MONTEBELLUNA PUO’ ESSERE ESEMPIO  DI CULTURA IN ITALIA 

 

Candidare Montebelluna a Capitale italiana della Cultura 2018 potrebbe  apparire con un’azione controcorrente, senz’altro originale, per una città  che per decenni ha fondato la sua crescita ed il suo sviluppo nell’impresa e nel commercio.

Ma la cultura non si esaurisce nel campo semantico delle professioni letterarie, scientifiche o dello spettacolo, bensì include ogni ambito dell’agire. Coerentemente con l’umile etimo della parola, “coltus”, che indica l’essere coltivato, quindi più un atteggiamento,  è potenzialmente  rinvenibile in ogni campo dell’esperienza umana.

Intesa così, dunque, la Montebelluna di oggi e quella futura, si inserisce senza difficoltà tra quelle realtà capaci di stimolare e generare cultura. La Montebelluna attuale è un laboratorio sociale dove si stanno sperimentando nuovi moduli di  interazione fra amministrazione pubblica, mondo della formazione e della ricerca, associazioni di categoria e sindacati, istituzioni culturali e forze del volontariato. 

 

DALLE ORIGINI AD OGGI

Pur non mancando Montebelluna di radici storiche di un certo valore, poiché fu insediamento Veneto antico prima e romano poi, e sulla cima del colle che la sovrasta ospitò in età medievale il Castello e il rinomato mercato si presenta in realtà come città nuova.

Il centro urbano venne concepito a tavolino nel 1870 dalla municipalità laica, all’indomani dell’unificazione dell’Italia, come un sistema articolato di ben nove piazze in mezzo ai campi allo scopo di portare a valle il mercato – un vero e proprio centro commerciale ante litteram. 

Fu un gesto urbanistico, e quindi culturale, audacissimo e contestato, ma fondativo della città progressivamente concresciuta sul grande emporio che, collocato ai piedi del Montello, funzionò come volano per lo sviluppo delle attività agricole e artigianali. 

Dopo la tragedia del primo conflitto mondiale, che vide Montebelluna diventare una città al fronte, lo sforzo della ricostruzione declinò l’artigianato della calzatura verso la specializzazione sportiva, orientata in particolare all’alpinismo pioneristico e allo sci praticati sulle vicine Dolomiti. 

Nel secondo dopoguerra l’artigianato si fece industria e i marchi del distretto produttivo montebellunese dello Sportsystem, ricco di competenze uniche, si imposero a livello mondiale facendo della città capo mandamento dell’area montelliana una delle più ricche d’Europa negli anni Ottanta e Novanta, la capitale mondiale della calzatura sportiva.

Design, ricerca dei materiali e brevetti hanno reso Montebelluna città di frontiera fin dalla fase aurorale dell’economia delle reti, cosicché le aziende e i grandi marchi negli anni della delocalizzazione hanno conservato qui la loro radice, dispiegando però le loro fronde produttive nei diversi continenti. 

Ne esce un nuovo concetto di prossimità dove il vicino non è più solo il comune confinante ma il mondo intero che condivide con Montebelluna storie, economie, filiere, culture. Ancora oggi, Portland, in Oregon, che ospita le sedi delle più prestigiose imprese di calzature e abbigliamento sportivo americane, guarda a Montebelluna per la qualità del manifatturiero, la capacità di generare innovazione, pur in un contesto artigianale.

Lo sviluppo economico è avvenuto di pari passo con l’ampliamento dell’offerta sia formativa, culturale e sociale attraverso il fiorire di un polo scolastico secondario, della più innovativa biblioteca contemporanea del Veneto, del Museo Civico di Archeologia e Scienze Naturali, del Museo dello Scarpone, dell’Auditorium di Villa Pisani, della rete delle associazioni culturali, del rinnovato ospedale.

 

LE SFIDE DI OGGI

Interdisciplinarietà

Il processo di trasformazione, anche culturale, sta avvenendo attraverso la rilettura consapevole del governo urbano di un’area ricomprendente sette comuni, uniti nella Federazione del Montebellunese perché parti organiche di un ambito territoriale. Sistema che si  va a sua volta coordinando a quelli prestigiosi di Asolo, per la condivisione sia del distretto dello Sportsystem sia dell’area di produzione agricola del Consorzio di tutela dei vini Asolo-Montello, e di Castelfranco Veneto, per la logistica del trasporto pubblico e la gestione dei servizi socio-sanitari.

 

Un nuovo urbanesimo

Il dialogo con gli enti sovra-ordinati, le associazioni di categoria, le forze sindacali, le istituzioni formative, le associazioni culturali e l’università ha portato a codificare un inedito urbanesimo. L’adozione contestuale di strumenti fra di loro integrati quali il nuovo Piano degli Interventi (PRG), il Piano Generale Urbano del Traffico, il Piano di Azione per l’Energia Sostenibile, il Piano Acustico, la Zonazione Sismica, hanno modificato il codice genetico della Città, introducendo misure antispeculative nel settore urbanistico associate al recupero della Superficie Agricola Utile, all’adozione di criteri architettonici fondati sulla qualità del progetto e la sostenibilità ambientale, al recupero degli edifici industriali (anche i grigi capannoni), alla revisione della viabilità e della mobilità per la riduzione di emissioni in atmosfera e dell’inquinamento acustico, alla messa a norma sismica e termica delle scuole, alla pedonalizzazione e riqualificazione del centro storico (contrastata all’inizio, condivisa poi). 

 

Una nuova formazione

Poiché il paesaggio è espressione fenomenica del gusto estetico, del livello tecnologico, dei modi di vivere e produrre di una Comunità umana, la trasformazione sta involgendo la matrice del suo farsi, che si ritrova nel rapporto sociale fra produzione e mondo dell’istruzione e della formazione: si sono attivati nuovi corsi di istruzione secondaria coerenti con le esigenze delle imprese e un corso ITS rivolto alla calzatura e all’abbigliamento sportivo, creando un ponte funzionale fra giovani e mondo del lavoro.

 

Le istituzioni culturali si trasformano

La metamorfosi in corso della Comunità produttiva è accudita dalle istituzioni culturali, biblioteca e musei, grazie ad eventi umili eppur qualificati che saldano le competenze dei produttori con quelle della ricerca universitaria, dello spettacolo e degli eventi espositivi, generando un cortocircuito virtuoso fra cultura e mercato.

 

Un nuovo modo di intendere lo sport

Così sta accadendo che la riflessione critica sul fenomeno sportivo stia concorrendo all’estensione nella produzione del calzaturiero dallo sport di vertice al wellness di massa, concepito non come mera pratica salutistica o estetica ma quale recupero di un modo di vivere equilibrato in grado di armonizzare il rapporto fra il sé individuale e l’ecosistema sociale e naturale. 

 

Una comunità che include

È il divenire di una Città che usa la cultura quale specchio per ripensare se stessa in forma di Comunità attiva. Ne è misura di civiltà, l’inclusione nel processo – attraverso i poli della solidarietà – dei soggetti deboli, emarginati o in condizione di handicap. Montebelluna è una città smart non tanto perché è fra le prime in Italia ad aver cablato oltre il 90% del proprio territorio con la fibra ottica, quanto perché il progetto di riscrittura di se stessa va comportando il recupero della memoria collettiva. 

 

Una storia che si fa contemporanea

Ecco allora riaffiorare dall’oblio il patrimonio etnografico comunitario, ove riposa l’origine del sistema d’impresa, e la storia del Bosco della Serenissima e la memoria dolente della Grande Guerra, il primo conflitto tecnologico mondiale. Qui si consumò la decisiva Battaglia del Solstizio fra il Regno d’Italia e l’Impero asburgico nel giugno 1918. Il binomio Piave e Montello è entrato nella memoria di oltre venti nazioni europee ed extraeuropee che ebbero a mandare qui i loro giovani ad affrontare l’estremo sacrificio. E qui convergono gli itinerari eco-museali regionali della Grande Guerra. 

Portale di accesso a tale sistema, dedicato al turismo culturale, sarà la montebellunese Villa Pisani, oggetto di un importante intervento di restauro, che ospiterà il memoriale multimediale contemporaneo dedicato al tema.

 

LA CANDIDATURA MONTEBELLUNA INTENDE PORSI COME SIMBOLO DI TUTTE QUELLE CITTÀ CHE SONO PORTATRICI DI FORME CULTURALI DIVERGENTI RISPETTO ALL’OFFERTA ORTODOSSA DI CITTÀ CHE CUSTODISCONO LE NOBILI CENERI DELLA TRADIZIONE. 

 

Il progetto ha l’obiettivo di completare la conversione in eurotown di una realtà che è nodo importante dell’area metropolitana del Veneto centrale e, per questo, esso non si incentra solo sugli eventi temporanei, quanto piuttosto sul consolidamento di una prassi di cittadinanza culturale capace di tenere dischiusa l’apertura verso l’alterità, affinché l’identità della Comunità di luogo sia elemento di dialogo e di scambio, non di chiusura, e quindi risorsa per affrontare le incognite della globalizzazione. 

La proposta della candidatura, risponde all’obiettivo di mettere al centro la cultura quale motore di sviluppo e miglioramento della qualità della vita dell’intera area. 

 

GLI OBIETTIVI

Gli obiettivi che persegue la candidatura sono: 

  • proporre un nuovo modello innovativo di azione culturale pubblico/privato a sostegno del cambiamento sociale ed economico di un territorio; 
  • creare nuovi luoghi della cultura a Montebelluna e integrare luoghi inaspettati (aziende, parchi, uffici, etc.) nel sistema culturale territoriale; - valorizzare l’attuale offerta culturale; 
  • avviare nuovi progetti culturali in una prospettiva di permanenza e non di temporaneità; 
  • ampliare il target di destinazione dell’offerta culturale in una visione di integrazione, condivisione e confronto; 
  • ridare nuova vita a spazi ed edifici storici in degrado per restituirli alla comunità come luoghi della cultura utili, rilevanti e sostenibili; 
  • proporre una candidatura che sia espressione di un intero territorio; 
  • costruire attraverso la candidatura una città che possa avere anche una dimensione europea, una città proiettata nel futuro, a misura d’uomo, dove la tecnologia è una risorsa e le idee sono la linfa vitale.

 

ALCUNI PROGETTI...

 

La progettualità della candidatura di Montebelluna ruota intorno a due grandi filoni dedicati l'uno alla cultura dell'innovazione: tecnologia, arte e design, l'altro alla cultura del paesaggio: un nuovo urbanesimo in equilibrio tra natura e memoria.

All'interno di ognuno trovano spazio azioni strutturali quali Il Memoriale della Grande Guerra, la metamorfosi del Museo dello Scarpone verso un nuovo concetto di museo dello Sport, un nuovo teatro sociale a Montebelluna, la ristrutturazione di Barchessa Manin per un nuovo spazio culturale nel cuore verde della Città, la realizzazione del giardino archeologico a Posmon, e progetti culturali con un respiro che si espande dal locale al nazionale. Si tratta di alcuni appuntamenti espositivi nuovi o già consolidati quali Viaggiatori del cosmo, asteoridi and Co., L'invenzione del futuro, un omaggio a Thomas Edison, La luce e il colore: la pittura di Luigi Serena (in collaborazione con le Generali di Montebelluna), Le immagini della fantasia, Impara l'arte e mettila da parte, Biennale di arte e scienza e di altre iniziative culturali curate direttamente da Biblioteca e Ufficio Cultura che riguardano rassegne teatrali, musicali, una valorizzazione dell'arte pittorica locale, il Festival Diramazioni, Montebelluna on the road, WiMontebelluna, FabLab ed il progetto di digitalizzazione “Rammenti”.

 

La spesa che il Comune intende investire in ambito culturale, sia per la realizzazione di opere strutturali, sia per i progetti culturali innovativi o già consolidati, è di 10 milioni di euro, di cui buona parte già finanziati con bandi regionali ed europei per quanto riguarda le opere strutturali; per i progetti culturali il finanziamento è quello stanziato annualmente dal Comune e integrato anche attraverso i fondi ottenuti con la partecipazione a bandi o il sostegno di privati.

 



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