Immobile di Veneto Banca al Comune di Montebelluna: la replica del sindaco, Marzio Favero alla senatrice Laura Puppato

Pubblicata il 17/10/2017

Il sindaco Marzio Favero interviene per rispondere alla presa di posizione della senatrice Puppato: “È con infinita amarezza che leggo le dichiarazioni della Puppato sul tema del possibile passaggio della sede storica di Veneto Banca al Comune. Dice la senatrice che è inutile cercare un asse con Vicenza, che sta chiedendo palazzo Thiene, perché quello è un museo, mentre qui ci sono uffici già passati a Banca Intesa. Basterebbe trovare l’accordo con la banca perché una fondazione gestisca un piano dell’edificio per fare una pinacoteca o un museo di Little Toni. Tutta qui la visione  per la città?
Una proposta, in contrasto con l'indirizzo dell'amministrazione comunale e dello Pd cittadino. Per fortuna Davide Quaggiotto, capogruppo del PD montebellunese, non la pensa come lei. Parallelamente eravamo giunti alla conclusione che almeno un indennizzo morale dovesse essere riconosciuto alla città ove la banca è nata e vivono moltissimi ex soci: la consegna a uso pubblico della sede storica della ex popolare. La speranza di molti, me compreso, è di farne un teatro, in grado di ospitare anche una pinacoteca.  Quaggiotto, quando ha presentato il suo ordine del giorno sul tema, ha aderito alla mia richiesta di ritirarlo per due motivi: avere un consenso da parte del coordinamento degli ex soci e raggiungere la condivisione politica piena fra le diverse forze politiche presenti in consiglio. Ha accettato dimostrando buon senso per amore del bene comune. Quello che non mostra lei  andando a trattare con i vertici di Banca Intesa senza confrontarsi con la Municipalità.
Un gigante come Intesa San Paolo, che ha acquisito per un euro gli asset positivi di Veneto Banca in virtù della conversione in legge del decreto governativo che ha azzerato le speranze di risarcimento ai soci, grazie al voto della maggioranza parlamentare di cui fa parte la Puppato, potrebbe benissimo fare un gesto di generosità. Perché mai Montebelluna dovrebbe essere trattata in modo diverso da Vicenza?
Dice che non voglio collaborare con lei. Dovrei? Durante il mio primo mandato si è espressa contro la pedonalizzazione e riqualificazione del centro, contro il sottopasso ferroviario, contro il cambio del casello d’uscita superstradale – bocciato col suo plauso dalla Commissione Via a Roma – che avrebbe potuto consentirci di avere un’opera meno impattante sul piano ambientale e il primo tratto della famigerata tangenziale.
Per quattro anni è mezzo si è dimenticata di Montebelluna, salvo per le comparsate alle manifestazioni. A pochi mesi del voto, si lamenta che questa estate mi ha dato la disponibilità a chiedere finanziamenti per l’area archeologica e un pezzo dell’ala ovest di Villa Pisani  da me suggerito, ma ancora non ho provveduto a mandarle le richieste. Con stanchezza mi giustifico, siamo in lieve ritardo nella elaborazione dei documenti perché stiamo portando avanti troppi progetti, come le gare delle scuole nuove, la variante del PI, il cantiere di villa Pisani, ecc.  con 40 dipendenti in meno per risparmiare e pagare il debito record che proprio lei, la Puppato, ci ha lasciato in eredità e per riuscire a sopravvivere all’azzeramento dei trasferimenti dallo Stato al Comune (meno 4 milioni all’anno) voluto dalle manovre finanziarie del governo votate, suppongo, anche dalla Puppato.  Per questo, se ci portasse a casa dei finanziamenti, li vedrei come modesti risarcimenti, ancorché mi sembri singolare questa procedura: ci aspettavamo la comunicazione di un bando. Quindi, stia serena: le stiamo preparando il conto. E anche gli elettori.”


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